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IL CIBO CHE CURA: IL MAL DI TESTA SI PREVIENE A TAVOLA.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ben il 50% degli adulti soffre di cefalea, comunemente detto mal di testa, con episodi ricorrenti; tra i 18 e i 65 anni di età la percentuale cresce fino al 75% e, tra questi, più del 30% ha sofferto di emicrania, una delle tre forme principali di cefalee primarie. Il mal di testa, però, non risparmia neanche i più giovani: si stima che oltre il 40% dei ragazzi sia colpito da cefalea e che 10 bambini su 100 soffrano di emicrania. Non solo il mal di testa è doloroso, ma è anche disabilitante. In particolare, l’emicrania è stata identificata dall’Oms come la malattia che causa maggiore disabilità nella fascia di età tra 20 e 50 anni, ossia nel momento più produttivo della nostra vita. Una Giornata nazionale dedicata al mal di testa, alle sue tante forme che tormentano molte persone quella indetta dalla Società Italiana per lo studio delle cefalee in data 19 Maggio per dare  maggiore consapevolezza e informazione a questo problema. Non sempre la regola  “prendi una pastiglia che ti passa” è valida, ecco perché  l’Organizzazione mondiale della Sanità ripete, per l’occasione, che le cefalee rientrano nelle prime 10 cause di disabilità al mondo. Negli adulti, tra il 20 e il 50% dei pazienti sperimentano la riduzione o la scomparsa del mal di testa quando vengono eliminati dalla dieta i comuni cibi trigger. Oggi la ricerca ha avanzato delle ipotesi piu’ chiare sulla  sensazione di dolore che  deriva presumibilmente da un difetto nella “comunicazione” tra cervello, nervi e vasi sanguigni del cranio: può riguardare alcune sostanze chimiche dell’organismo chiamate neurotrasmettitori. Anche altri fattori possono influenzare la cefalea: per quella tensiva sono importanti anche un’aumentata attività muscolare di alcuni muscoli pericranici, situazioni di stress, fattori psico-affettivi, mentre in altri può essere provocata da alcuni stati patologici organici, di cui è un sintomo (cefalea secondaria) ma che si attenua o scompare con la cura della patologia. Le forme primarie, ed in particolare l’emicrania, possono essere correlate ad una eccessiva sensibilità dei recettori, ad una riduzione di endorfine (sostanze implicate sia nella percezione del dolore che nel mantenimento di uno stato di benessere e tranquillità), ma anche ad una predisposizione genetica ereditaria. I principali fattori di rischio e scatenanti sono molteplici: elevati stress fisici ed emotivi, in particolare se cronici, eccessiva esposizione ai raggi solari, privazione di sonno, cambiamenti di clima, inquinamento atmosferico, luminoso o sonoro. Nella donna, causa della cefalea, è anche il periodo mestruale, fase del ciclo in cui le crisi si possono manifestare  più spesso, l’assunzione della pillola estro-progestinica, il periodo perimenopausale. Esistono altri fattori di rischio, correlati allo stile di vita su cui si può agire: ad esempio il consumo di vino e alcolici che possono contenere sostanze che scatenano la cefalea, il fumo che diminuisce l’apporto di ossigeno all’organismo favorendo una vasodilatazione, ritenuto un fattore responsabile di alcune crisi di mal di testa, la dieta ed in particolare alcuni alimenti che possono provocare talvolta il mal di testa. Già nel 1983, alcuni Ricercatori del Hospital for Sick Children di Londra hanno riportato i risultati delle loro osservazioni condotte su 88 bambini affetti da severe e frequenti crisi emicraniche, che avevano intrapreso una dieta per eliminazione. Di essi, 78 guarirono completamente e 4 migliorarono molto. Inoltre, in alcuni bambini che presentavano anche crisi epilettiche, queste smisero di presentarsi. I Ricercatori allora iniziarono ad introdurre nuovamente nella dieta diversi alimenti e scoprirono che questi scatenavano la ripresa di attacchi emicranici in tutti i bambini ad eccezione di otto. Nel corso di prove successive in cui venivano utilizzati cibi camuffati, la stragrande maggioranza dei bambini ridiventò asintomatica quando i cibi che scatenavano le crisi (trigger) venivano evitati. Le crisi emicraniche si ripresentavano quando i cibi incriminati venivano aggiunti alla dieta. Negli adulti, tra il 20 e il 50% dei pazienti sperimentano la riduzione o la scomparsa del mal di testa quando vengono eliminati dalla dieta i comuni cibi trigger. Oggi  Il problema dell’influenza della dieta sulla cefalea non è ancora del tutto chiarito perché non sempre, chi soffre di cefalea, riesce a riconoscere alimenti che scatenano l’attacco. Tuttavia, come riportato dalle evidenze scientifiche, la riduzione o l’abolizione di alcuni alimenti può essere utile nel ridurre le crisi. Tra questi i principali  sono i cibi dalla digestione particolarmente complessa come gli agrumi, le cipolle, i crauti, le olive in salamoia, la frutta secca in guscio, il pane , le banane mature, il cioccolato, i fritti, il caffè (in modica quantità al contrario può anche essere benefico), il tè e le bevande contenenti caffeina e teina, pesce secco salato. Anche latte, yogurt e panna acida dovrebbero essere consumati con attenzione. Inoltre è bene fare attenzione anche ad alcune sostanze contenute negli alimenti: in particolare ai nitrati usati per conservare salumi e insaccati, alla tiramina presente nei formaggi stagionati, al glutammato di sodio usato nei dadi per bordo e nelle zuppe pronte in busta o nella cucina cinese, ai tannini del vino rosso. Ma non fanno bene alla cefalea neppure il digiuno e le diete troppo drastiche che causano un’alterazione del livello degli zuccheri. Sono invece benefici gli alimenti integrali come pasta, riso, frutta e verdura fresche, legumi freschi o secchi che si digeriscono senza problemi (le lenticchie sono tra i più adatti), pesce fresco, non affumicato e non salato, carne fresca (meglio se bianca), succhi, spremute, centrifugati freschi. E’ quindi consigliabile seguire una dieta bilanciata, sana e correttamente prescritta da uno specialista della Nutrizione. La presenza di carne e le verdure fresche, evitando troppo sale e associando periodicamente all’alimentazione vitamine e sali minerali, soprattutto in estate e in caso di gravidanza è una indicazione corretta da seguire. Anche il tipo di cottura ha la sua importanza. Se errata, infatti, può contribuire ad aumentare la formazione di composti tossici e a diminuire il potere nutritivo degli alimenti a causa della distruzione di alcune vitamine (quelle termolabili) e/o delle proteine. Sono da privilegiare le cotture a vapore o in forno a microonde, mentre meno indicate sono la frittura, la cottura in forno elettrico, alla brace, al calore umido (brasata) e nei grassi. A peggiorare le forme di emicrania non possiamo dimenticare l’aumento di peso. Uno studio condotto da Bigal su oltre 30.000 individui negli Usa evidenzia che  il 75% dei pazienti obesi soffre di mal di testa quindi  esiste un legame tra obesità e sviluppo di cefalea cronica. Gli autori americani dimostrano che l’aumento dell’indice di massa corporea causa un aumento della frequenza e della severità degli atacchi di emicrania, aumentandone la disabilità. Il meccanismo sembra essere quello del il rilascio di sostanze vasodilatatrici (come il CGRP) e pro-infiammatorie (come la IL-6 ed il TNFα) da parte delle cellule adipose che induce un peggioramento nel paziente già soggetto ad emicrania.Il peso corporeo è da sempre un problema da tenere in considerazione per chi soffre di mal di testa. La maggior parte delle cure per la prevenzione dell’emicrania possono provocare un ulteriore aumento di peso, e non solo. Nel caso in cui siano presenti anche ansia e depressione, patologie non di rado associate all’emicrania, l’appetito ed il peso possono aumentare anche per l’effetto della terapie specifiche per questi disturbi. Lo studio di Bigal sottolinea quindi pertanto un altro problema, finora sconosciuto, del soggetto in sovrappeso: il fatto cioè che l’obesità non solo mette a rischio la salute sotto il profilo cardiovascolare, metabolico ecc. ma può anche peggiorare la qualità della vita del paziente dal punto di visto della disabilità emicranica.

Dott.ssa Francesca Finelli

Biologa Nutrizionista – Perfezionata nei disturbi del Comportamento Alimentare – Nutrizionista presso U.O. Pediatria A.O.S.G.Moscati- Consulente HACCP, Igiene e Sicurezza Alimentare- Studio di Medicina Olistica Estetica e Nutrizione clinica. Contatti:medfinelli@gmail.com

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Studio Siragusa Finelli

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